Presentazione della Jeaf da parte del Prof. Paolo Masi, preside della Facoltà di Agraria
Negli ultimi anni, la Facoltà di Agraria sta facendo grossi sforzi per migliorare la qualità della didattica, della ricerca, dell’innovazione, e dell’integrazione internazionale e col territorio.
Col tempo, i rapporti tra gli Enti locali e i vertici della facoltà sono stati improntati alla collaborazione, perché l’Università diventasse un punto di riferimento per Portici. Avendo a disposizione la struttura della Reggia e del parco reale, con spazi, verde, strutture museali, abbiamo avuto la possibilità di ospitare il ‘Portici Campus’, il ‘Mozartbox’, aderiamo a ‘Porte aperte’ e a ‘Calici sotto le stelle’, al mercatino di Natale, ecc.
Noi di Agraria, dal punto di vista didattico e scientifico, andiamo a competere con le facoltà internazionali più prestigiose dando un’ottima formazione ai nostri allievi. Risultiamo tra le prime 150 su 1200 università nelle classifiche dell’ARWU (Academic Ranking of World University) dell’Università di Shangai tra gli atenei di tutti i Paesi, abbiamo i corsi di laurea certificati dall’Agri-uni. Così, quella che era soltanto una nostra idea, è decollata per l’affinità d’intenti e la collaborazione da parte del sindaco di Portici, dell’Ente provinciale e della Sovrintendenza alle Belle Arti.
Per far funzionare una struttura come quella che è sia Reggia sia Università, bisogna anche saper motivare gli studenti e porre rimedio alla mancanza di senso di appartenenza, perché l’Università non è un ‘esamificio’, un posto dove si va a mettere un bollino sul libretto.
Ad esempio, abbiamo un coro polifonico, facciamo manifestazioni all’aperto, mercatini, c’è il “Graduation day” per la consegna dei diplomi di laurea. Dopo dieci anni, abbiamo fatto riaprire la mensa studentesca, attrezzato aree per i ragazzi con panchine e tavoli: con un parco così a disposizione è bello che ne possano usufruire.
Uno studente investe cinque anni della propria vita per poi poter trovare un lavoro e, come preside, il mio dovere è quello di dargli una professione, non un pezzo di carta.
In questa visione si pone l’idea del gruppo di ragazzi che si sono attivati per fondare e avviare la JEAF.
Sono contento ed entusiasta di questo progetto perché, come ho spesso modo di dire ai neolaureati, la laurea rappresenta una sorta di certificazione di un allenamento che è stato fatto per inserirsi nel mondo del lavoro. La situazione del mondo del lavoro è cambiata da una decina d'anni, con forti ripercussioni proprio in questi anni, che vedono il passaggio dal mondo dell’apprendimento al mondo produttivo attraverso l'esplorazione di canali diversi. Tutto quello che si fa anche a livello ministeriale, tende a fare in modo che i giovani, che hanno una formazione di grado universitario, tendano soprattutto a fare impresa, cioè tendano ad introdursi nel mondo del lavoro mettendo in gioco se stessi e le loro idee. Bisogna anche considerare uno dei fattori negativi di questo Paese, che è l’invecchiamento delle classi dirigenti (con un’età media di 59 anni, la più vecchia dell'Unione Europea).
A mio parere, le idee appartengono ai giovani. Ce lo insegnano i grandi magnati dell’industria dell’informatica americana che hanno messo su un’idea vincente a 23-25 anni. I vecchi sono conservatori, tendono a non cambiare e proseguire sul percorso intrapreso anni addietro e che li ha portato a certi livelli. Sono i giovani che portano idee e innovazione, anche nel mondo scientifico, con la loro voglia di fare e intraprendenza.
Guardo con estremo favore questa iniziativa e quando il vostro collega Caporaso venne a parlarmi, mi misi da subito a disposizione perché credo che il nostro compito, e cioè il compito di una Istituzione Universitaria non è solamente quello di fare lezione e di verificare se gli studenti hanno o meno capito quello che abbiamo spiegato mettendo dei “bollini” sul libretto universitario per poi permettere di laurearsi. Nei nostro compiti, sottolineato dalla Legge Gelmini e dal nuovo Statuto dell’Ateneo, il 33% dell'attività dell'università deve essere volta alla 3° missione, cioè allo svolgimento di attività in favore del mondo imprenditoriale, col trasferimento tecnologico, con incubazione di impresa, con il favorire gli spin off, etc.
Ben vengano queste iniziative, che apportano novità e professionalità agli studenti e laureandi, favorendo anche l’integrazione con il territorio e i rapporti con le aziende. Io vi esorto a continuare e sappiate che, quanto più duri sono gli inizi, più rosei saranno i risultati perché altrimenti ci si accontenta di poco – e di sicuro – perdendo però la possibilità di far valere le proprie iniziative.
A tutti i membri dell’associazione l’Università, per quello che può fare, do' tutto il mio supporto.
Prof. Paolo Masi
Preside della Facoltá di Agraria
Università degli studi di Napoli "Federico II"
Via Università 100 - 80055 Portici (NA)
www.docenti.unina.it/paolo.masi